Il racconto di Alessandro Pavanello, positivo al Covid a Shanghai, è da brividi. Condizioni igieniche allarmanti e “misteriose medicine”.
A raccontare quanto sta avvenendo in Cina è Alessandro Pavanello, produttore musicale italiano di 31 anni che da 6 vive lì. La situazione Covid a Shanghai fa paura non soltanto nel numero di contagi quanto nella gestione della quarantena. Alessandro si trova nel centro espositivo di Shanghai che adesso è adibito ad una struttura per positivi al Covid.
Quattro giorni fa i sanitari, bardati di tutto punto, sono andati a prenderlo a casa perché, attraverso gli screening di massa predisposti dalle autorità, è risultato positivo al Covid. Come lui anche la sua fidanzata che, però, è stata collocata in un altro centro.
Attraverso i suoi canali social Alessandro Pavanello racconta giorno per giorno le durissime condizioni di quelle che con ironia definisce “Covid Holidays”. Nella struttura con lui ci sono circa un migliaio di persone. Le condizioni difficili sono date dall’assenza di docce e dal fatto che tutti tossiscono e sputano in un unico grande secchio. Ognuno di loro ha un catino personale per lavarsi e dormire è difficile perché le luci non si spengono mai.
Il cibo invece non manca mai e Alessandro racconta di tre pasti al giorno a base di riso assicurati insieme a delle “medicine cinesi” da prendere. E’ prevista un’ora d’aria in cortile e la situazione poteva comunque essere addirittura peggio. Infatti nel centro dove si trova la ragazza di Pavanello i bagni, ad esempio, sono unici sia per uomini che per donne.
Chi si trova nei centri viene sottoposto a dei test e quando risulta negativo può tornare a casa. L’ultimo fatto da Alessandro lo dà come ancora positivo e certamente la vicinanza ammassata delle persone, alcune delle quali non stanno benissimo, non rende la guarigione dal Covid tanto più facile.
La tolleranza zero di Shanghai
Quello che sta accadendo ad Alessandro fa parte della tolleranza zero che vige a Shanghai. La megalopoli con 25 milioni di abitanti al momento è il punto più colpito della Cina dopo Wuhan del 2019. Il Governo ha deciso di imporre un rigido lockdown agli abitanti e non si può uscire nemmeno per acquistare beni di prima necessità alimentare o farmaci. La gente è stremata e non mancano proteste per la mancanza di approvvigionamento.
Il centro di Shanghai dove si trova Alessandro è un odei 100 situati in città dove attualmente ci sono più di 600mila persone. Almeno, come sottolinea il ragazzo italiano, loro hanno abbondanza di mangiare mentre diversi cittadini rinchiusi a casa stanno patendo la fame.